IL PRESEPE NON FA MALE A NESSUNO
Qualcuno, in questo mondo ormai uscito di senno, ha provato a cancellare la parola ‘natale’. Ormai non ci si stupisce più di nulla basti pensare che abbiamo perfino due papi.
Come in altre epoche - anche se pensavamo di esserne esenti - qualcuno cerca di sgretolare il significato di parole come democrazia e libertà. Ad ognuno è affidato il compito di custodire questi valori fondanti della nostra umanità. Non so come sia venuto in mente che una parola usata in tutto il mondo per indicare il giorno 25 dicembre, a cui già da anni sono stati attribuiti significati che di religioso non hanno più nulla, possa in qualche modo discriminare qualcuno o minare il confronto e il dialogo interreligioso.
Il vero problema è che un’ipocrita imposizione apparentemente pluralista e liberalista non fa che rivelarsi un’azione di forza non corrispondente al sentire comune. Cancellare il significante non cancellerà il significato.
CRONACHE DALL'ISOLAMENTO
3 dicembre 2021
Cose incredibili che accadono in un giorno qualsiasi: oggi intorno alle ore 17.30 esco fuori un attimo in terrazzo e mi trovo davanti la stella più luminosa che io abbia mai visto. Venere, la prima stella della sera. Eccola, splendere forte proprio davanti a me, è pulsante e così luminosa...non l’avevo proprio mai vista così, una meraviglia. Un miracolo del quotidiano.
Anche se sarà solo una suggestione per tutto il giorno al video del computer o perché in questa ora del giorno stelle e pianeti si vedono più vicini all’orizzonte, veramente una stella così luminosa io non l’avevo mai mai vista.
È bellissimo. Il cielo è limpidissimo e anche altre stelle sono molto luminose. Come mai prima d’ora. Mi sembra quasi di poterla vedere bene come la luna.
Quanto è bello e rassicurante, un segno di speranza in questi giorni un po’ strani di isolamento. Non posso toccare, non posso spostarmi se non in uno spazio molto ristretto, ma posso guardare oltre, guardare quella stella, vedere quello splendore rivolto proprio verso di me. Quasi mi portasse un messaggio per non farmi sentire troppo sola, per farmi trovare la strada in questo leggero senso di smarrimento.
TALENTI SERPENTI
Ieri abbiamo salutato una collega che va in pensione. Di solito mi limito a comporre il papiro in rima, ma questa volta l'ho anche letto: era troppo emozionata.
È stato molto apprezzato, e questo naturalmente mi ha fatto piacere. Oltre ai tanti commenti del tipo: che bello, che bravo, che poeta, ma come fa, ecc., verso la fine mi si avvicina una collega e mi fa: “tu hai sbagliato mestiere”. Ogni volta qualcuno me lo dice, ma stavolta i miei pensieri sono diversi.
IL PASTORE DIVENTATO ANGELO
Aspromonte. Lì sopra dove sono finito ho incontrato un pastore con un’accetta sulla spalla: pensavo all’inizio che potesse farmi del male, in quel paesaggio antico in mezzo al niente, in mezzo al tutto.
Credevo fosse pericoloso, invece senza parlare, guardandomi soltanto, mi ha fatto sentire sicuro nella sua casa, la terra dove era nato; e le sue capre per un istante sono state anche le mie, la sua strada era diventata la mia. Non avevo più paura.
Un pastore era diventato il mio angelo in carne ed ossa sulla terra, e nonostante le nostre differenze per qualche minuto siamo diventati uguali: allo stesso modo e reciprocamente curiosi della nostra diversità.
LE SODDISFAZIONI PIÚ GRANDI
Le soddisfazioni più grandi
Ho sempre avuto grandi ambizioni, ma con il tempo ho capito che non è poi così importante raggiungere sempre ciò che desideriamo! Le mie soddisfazioni più grandi le ho sempre ottenute nelle piccole cose, e se “strappo un sorriso”, anche nei momenti difficili, sento di aver raggiunto il mio traguardo e saranno sempre queste, le mie vittorie più importanti! Grazie a tutto il @granzettec5 per questo anno intenso, a tutto lo staff, a ogni singola giocatrice, a tutte le persone che mi ha dato la possibilità di far parte di questo gruppo!
Sonia Facino
(allenatrice serie A femminile calcio a 5)
DISCORSI SEMISERI DI TRE ANIME ERRANTI
DISCORSI SEMISERI DI TRE ANIME ERRANTI
Il tema del mese: OLIMPIADI
Al mare la televisione non andava, c’era un cavo che forse bisognava spostare ma non ce ne siamo preoccupati, e siamo stati quindici giorni senza notizie, senza leggere nulla nemmeno dal cellulare. E adesso forse non dovrei accettare di scrivere un pezzo sulle Olimpiadi, non ho visto niente, non ho seguito niente, e non ho nemmeno una cultura per vivere di rendita.
Però c’è qualcosa di cui vorrei raccontare: farò come a scuola quando non avevo studiato e lo stesso scrivevo per ore del nulla, e naturalmente chiunque si accorgeva che scrivevo del nulla ma io mi divertivo tantissimo e alla fine era un bel modo comunque di passare il tempo - solo che stavolta c’è qualcosa che voglio dire, anche se le Olimpiadi sono solo un pretesto. 
Faccio parte di una chat di scrittori. Si chiama proprio così. Qualcuno ha pubblicato, qualcuno scrive per lavoro, qualcuno scrive solo la lista della spesa (ma la scrive da dio!); siamo scrittori, e va bene così. Io non sono parte attiva, leggo – spesso con ritardo – ma non intervengo praticamente mai, un po’ per timidezza, un po’ perché le cose da dire mi vengono in mente quando loro hanno già cambiato discorso sette volte; ma non abbandono, sono divertenti e sufficientemente stupidi a volte, sempre interessanti, mi regalano spunti di riflessione e opinioni diverse e intelligenti, e parlano di tutto. Di scrittura, di libri, di accenti e del senso della vita, di musica, di cibo, di sport. E si incontrano e mangiano e bevono e presentano libri e progettano matrimoni e sono belli, e sanno spiegare cos’è il fuorigioco; mille qualità, questi scrittori.
Le olimpiadi le ho seguite dai loro messaggi, la mattina con il programma della giornata, la sera fino a tardi con i risultati.
DISCORSI SEMISERI DI TRE ANIME ERRANTI
DISCORSI SEMISERI DI TRE ANIME ERRANTI
Il tema del mese: La scuola
Le cose che ho visto a scuola
Quest’anno ho lavorato alla scuola del mio paese, dove ho fatto le elementari un numero imprecisato di anni fa.
Come ha detto Christian, il più pestifero dei bambini, ero lì a “pulire i cessi”; ma ho comunque avuto modo di vedere certi meccanismi e respirare una certa aria.
Ho visto insegnanti brave, preparate, stanche e preoccupate, innamorate del lavoro e degli alunni; le ho sentite urlare da far tremare i muri (giuro). Le ho viste cacciare i bimbi fuori dall’aula anche se nel foglio che mi han fatto firmare c’è scritto che non si può.
Ho visto i bambini menarsi e gridarsi bestemmie e le peggio offese, tanto che speravo di aver sentito male, ma invece avevo sentito bene; li ho visti abbracciarsi con le mascherine e aiutarsi e tenersi per mano e calciarsi le cartelle e cercarsi e scappare e mai stanchi, quello mi faceva impazzire, non li ho mai visti stanchi.
HO UN DIARIO SEGRETO
Ho un diario segreto
Ho un diario segreto, fatto di viaggi mai intrapresi, luoghi mai visti ma solo sognati, è un diario che dice che ho bisogno di andare lontano, indipendentemente da dove, può essere un’isola, un continente nuovo, un cielo stellato, una vita diversa, una città mai vista, una religione mai praticata, un lavoro impossibile fatto di bestemmie, un amico nuovo che non mi lascia più andare, perdermi in un bosco senza una bussola, nuotare in un mare così lontano da non poter più tornare indietro, fare un viaggio nel tempo in ogni luogo e in ogni epoca, diventare talmente ricco da potermi comprare Facebook, talmente povero da girare nudo, solo con la mia pelle e la mia barba.
Ho un diario segreto che impreca in continuazione, perché la mia vita è chiusa in una casa, in un giardino, in una strada, sempre la stessa strada.
Ho un diario segreto, che cerca un modo, una via, per scappare da questo mondo, costruito per togliere, per stritolarti, per istupidirti, per farti credere che sia giusto così; che tutta questa violenza sia benedetta, sia fondamentale, sia utile alla nostra esistenza.
HO INCONTRATO OCCHI DI DONNE SMARRITE
- Silvia
- Ingiustizie
- 1142
Ho visitato, per motivi di studio e ricerche, vari paesi dove i diritti di donne e bambini erano negati.
L'amarezza e inquietudine erano sempre presenti nei momenti di condivisione con colleghi e volontari...e mio marito. Lì, in quei luoghi ho incontrato occhi di donne smarrite, legate ad una catena culturale troppo forte per poter essere spezzata. Mi auguro, con tutta la mia speranza e ottimismo che l'istruzione, in quei posti all'apparenza meravigliosi, possa continuare offrendo strumenti validi per poter cambiare radicalmente.
LE MIE CANZONI SUONANO LUNGO LA STRADA
- Il Cantautore
- Ingiustizie
- 1175
Le mie canzoni suonano lungo la strada
Ho proferito parola tardi, anzi credo non avrei voluto dire niente, ma se dovevo parlare dovevo dire qualche cosa di convincente. Quindi dissi al primo che incontrai quel giorno la frase tutta per intero:” Attene via di qua”. Ho continuato la mia esistenza scalpitando, cercando un appiglio per non sentire le liti furibonde dei miei genitori e la scelta è ricaduta su di una chitarra classica (Sakura).
DAD = Didattica A Distanza e la voglia di imparare
Allora, premetto che a scuola ci vado volentieri in presenza, e questo lo scrivo perché nessuno possa fraintendere le mie parole. Vorrei sviluppare alcune considerazioni. 
1) LA DAD. Ora, come molti colleghi, sono in DaD e sto cercando di farla al meglio perché la ritengo, oltre che un dovere come professionista, una forma di rispetto nei confronti delle famiglie e di quei genitori che con fatica si sono organizzati per avere dotazioni informatiche e che investono quotidianamente per la crescita dei propri figli ; inoltre lo ritengo doveroso nei confronti dei miei amati alunni che credo possano vedere quotidianamente le "capriole" che tento di fare ogni ora di lezione, cercando veramente di mostrare loro il meglio di me (attenzione, cura, allegria, voglia di vivere, speranza...). È chiaro che quando vedo slogan o sento ripetere ogni giorno centinaia di volte "la Dad non è scuola" mi vengono i fumi, perché caspita non potremmo mica continuare a piangerci addosso continuamente... continuare a dirlo e fare in modo che i nostri figli lo sentano tutti i giorni, forse, dico forse, non è saggio e nemmeno di aiuto a loro che attraverso uno schermo ogni tanto potrebbero trovare un "pagliaccio-insegnante" che li aiuti a sperare, a sorridere e ad avere voglia di imparare qualcosa.
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