Ma che posto incredibile sono le biblioteche? Cioè: tu entri, sono tutti gentili e sorridenti, ti parlano sottovoce e fanno di tutto per aiutarti. Puoi gironzolare per gli scaffali con le mani in tasca, sfogliare i libri prendendoli a caso, ci sono le riviste, vagonate di fumetti, le ultime novità, un sacco di film. I bambini si perdono fra i loro libri e non ti rompono. Posso prenotare online libri da altre biblioteche e dopo qualche giorno mi chiama una signorina gentilissima per dirmi "Sig. Vigo il Suo libro 'Come disegnare la testa' è arrivato e pronto per il ritiro". Proprio così, "Signor", e "Suo" con la maiuscola, e senza giudicarmi per i libri assurdi che chiedo.
Poi ad un certo punto devi tornare a quell'orribile, orribile mondo che c'è fuori. Oggi ero sovrappensiero e passando davanti alla bibliotecaria ho istintivamente messo la mano al portafoglio, come per pagare il biglietto.
E allora ho realizzato anche questo: è gratis! Cioè: pazzesco.
Samos - giorno 5
I GATTI DI SAMOS
Presenze discrete ma ubiquitarie, i gatti s’incontrano in qualsiasi stradina, piazzetta o ristorante di Samos. Ognuno di questi luoghi, grazie a loro, acquisisce più bellezza e serenità; in cambio, fornisce ai gatti sostentamento.
Come tutti i gatti (e molti umani) del mondo, si fanno la loro vita, e interagiscono con gli umani solo se ciò può arrecare loro un qualche tipo di vantaggio.
Attendono fiduciosi il momento in cui erediteranno l’isola di Samos, la vicina Turchia, la Kamchatka e da lì, in breve, l’intero pianeta.
E intanto, si riproducono più che possono.
Leggi tutto: CRONACA DEL MIO VIAGGIO A SAMOS - seconda parte
Dopo il grigio di questi giorni invernali, uno sguardo alle vacanze – n.d.r.
Samos - giorno 1
ATTERRAGGIO
Dopo un piacevole volo di un paio d’ore dalla torrida Verona, iniziano le manovre di atterraggio sulla ventosa isola di Samos. Il vento rende il clima più secco e piacevole, e questa sembra un’ottima cosa.
L’aereo, però, inizia a barcollare in modo inquietante. La hostess davanti a me (sono nel posto 1C) si siede e allaccia le cinture. Non sembra del tutto tranquilla, ma accenna una specie di sorriso, quando si accorge che la guardo.
L’aereo scende, frena, scende, quasi tocca il mare blu intenso, screziato di baffetti bianchi.
Ma poi improvvisamente riparte, si alza, descrive un ampio cerchio, ritorna.
L’ hostess si guarda intorno, pallida.
L’aereo scende e balla sotto le raffiche di vento. Ma stavolta riparte senza neanche provarci, ad atterrare. Voliamo verso il mare aperto. Descriviamo un ampio 8, poi torniamo, ma verso le montagne.
La hostess chiede allo steward: ma cosa sta facendo? Sembra atterrita.
Ed ecco, abbiamo preso la pista da terra, sbattiamo sul suolo all’improvviso, siamo veloci e la frenata è potente. Ma siamo a terra.
Applauso liberatorio: riprendiamo a respirare.
Il pilota ci annuncia che, per il forte vento, ha dovuto prendere la pista al contrario. Nuovo applauso.
Scopriamo che, la prima volta, l’aereo era giunto a soli venti metri sopra la superficie del mare.
Mi tuffo, poi, nell’acqua di Samos: è gelida, con lunghe onde, e la corrente spinge lontano da riva.
La cena è deliziosa, i camerieri cortesi ma senza fronzoli. Ci sono gatti ovunque. La serata è fresca e ventosa.
Sono atterrato in un nuovo mondo.
3 dicembre 2021
Cose incredibili che accadono in un giorno qualsiasi: oggi intorno alle ore 17.30 esco fuori un attimo in terrazzo e mi trovo davanti la stella più luminosa che io abbia mai visto. Venere, la prima stella della sera. Eccola, splendere forte proprio davanti a me, è pulsante e così luminosa...non l’avevo proprio mai vista così, una meraviglia. Un miracolo del quotidiano.
Anche se sarà solo una suggestione per tutto il giorno al video del computer o perché in questa ora del giorno stelle e pianeti si vedono più vicini all’orizzonte, veramente una stella così luminosa io non l’avevo mai mai vista.
È bellissimo. Il cielo è limpidissimo e anche altre stelle sono molto luminose. Come mai prima d’ora. Mi sembra quasi di poterla vedere bene come la luna.
Quanto è bello e rassicurante, un segno di speranza in questi giorni un po’ strani di isolamento. Non posso toccare, non posso spostarmi se non in uno spazio molto ristretto, ma posso guardare oltre, guardare quella stella, vedere quello splendore rivolto proprio verso di me. Quasi mi portasse un messaggio per non farmi sentire troppo sola, per farmi trovare la strada in questo leggero senso di smarrimento.
Il 2020 è stato un anno difficile, che si è portato via alcune persone importanti, in primis mia Nonna e anche uno zio. Ha cambiato le mie abitudini e il mio modo di vivere alcune cose. Ha tentato di privarmi anche “di altro”, ma senza riuscirci. Ma a modo suo mi ha anche insegnato tanto e lasciato momenti, emozioni e persone speciali. Non so come sarà il nuovo anno che sta per arrivare e forse non dovrei nutrire troppe aspettative. Ma, anche oggi, voglio poter credere in tutto quello che ogni 31 Dicembre, mi aspetto di trovare in un nuovo anno!
- Elisa Zugno
- La buona notizia
- 840
Ieri è successa una cosa che voglio condividere: il calcio femminile passa al professionismo. 
Me lo ricordo benissimo quando ho smesso di giocare, era il 2009. Ho finito la mia prima stagione in serie A e appeso le scarpe al chiodo, per iniziare a lavorare. 
In pubblicità non sei sicuro di non lavorare il weekend e nemmeno sai a che ora finisci la sera, quindi non mi era sembrato di avere scelta. Per almeno un anno, forse due, – tra stage, controstage e co.co.pro – ho guadagnato sicuramente meno del mio rimborso spese al Venezia, ma mi è sembrata comunque la decisione giusta, stavo costruendo qualcosa. Nel frattempo, non avevo smesso solo di giocare, ma anche di correre o di fare qualche altro sport. 
Qualche estate fa, quando ho seguito i mondiali, non riuscivo a non commuovermi guardando le partite. Piangevo e mi ricordavo che dieci anni prima la Gama giocava al Tavagnacco – o forse era il Chiasiellis? – c'avevamo giocato contro, sicuramente perdendo, ed era già forte. Piangevo e mi ricordavo della concentrazione durante il riscaldamento, dell'attenzione con cui mettevo la divisa, sistemavo le scarpe e i parastinchi, dell'erba tagliata, ma anche di quei campacci di terra e calcinacci, ma soprattutto della tensione che si prova appena si entra in campo. Non ho più provato niente del genere. 
Allora una lacrimuccia la faccio pure oggi, perché spero che più nessuna debba smettere di giocare perché non esiste una squadra giovanile a meno di 40km o semplicemente perché deve lavorare.
Elisa Zugno
Aspromonte. Lì sopra dove sono finito ho incontrato un pastore con un’accetta sulla spalla: pensavo all’inizio che potesse farmi del male, in quel paesaggio antico in mezzo al niente, in mezzo al tutto.
Credevo fosse pericoloso, invece senza parlare, guardandomi soltanto, mi ha fatto sentire sicuro nella sua casa, la terra dove era nato; e le sue capre per un istante sono state anche le mie, la sua strada era diventata la mia. Non avevo più paura.
Un pastore era diventato il mio angelo in carne ed ossa sulla terra, e nonostante le nostre differenze per qualche minuto siamo diventati uguali: allo stesso modo e reciprocamente curiosi della nostra diversità.
Pensieri in riva al mare
Son qui, cullato da una brezza leggera, sufficiente per rinfrescarmi ma non abbastanza per compromettere la precaria stabilità dell'ombrellone, piantato sommariamente. Le grida dei bambini mi arrivano sfumate mentre giocano sottovento. Oppure annegano, chissà. Davanti, un cielo di un blu quasi offensivo e un mare turchese, deserto. I "caraibi del Salento" mi dicono, che io ai caraibi non ci sono mai andato, ma se sono così devono essere meravigliosi.
Qualcuno, in questo mondo ormai uscito di senno, ha provato a cancellare la parola ‘natale’. Ormai non ci si stupisce più di nulla basti pensare che abbiamo perfino due papi.
Come in altre epoche - anche se pensavamo di esserne esenti - qualcuno cerca di sgretolare il significato di parole come democrazia e libertà. Ad ognuno è affidato il compito di custodire questi valori fondanti della nostra umanità. Non so come sia venuto in mente che una parola usata in tutto il mondo per indicare il giorno 25 dicembre, a cui già da anni sono stati attribuiti significati che di religioso non hanno più nulla, possa in qualche modo discriminare qualcuno o minare il confronto e il dialogo interreligioso.
Il vero problema è che un’ipocrita imposizione apparentemente pluralista e liberalista non fa che rivelarsi un’azione di forza non corrispondente al sentire comune. Cancellare il significante non cancellerà il significato.
Le soddisfazioni più grandi
Ho sempre avuto grandi ambizioni, ma con il tempo ho capito che non è poi così importante raggiungere sempre ciò che desideriamo! Le mie soddisfazioni più grandi le ho sempre ottenute nelle piccole cose, e se “strappo un sorriso”, anche nei momenti difficili, sento di aver raggiunto il mio traguardo e saranno sempre queste, le mie vittorie più importanti! Grazie a tutto il @granzettec5 per questo anno intenso, a tutto lo staff, a ogni singola giocatrice, a tutte le persone che mi ha dato la possibilità di far parte di questo gruppo!
Sonia Facino
(allenatrice serie A femminile calcio a 5)
Un amore incondizionato
All’inizio volevo pubblicare questa foto così com’era, lasciando ad una libera interpretazione, ma non la si può capire immediatamente e dietro c’è una storia molto bella che merita di essere raccontata. Si tratta di due bambini: l’uno tiene il ghiaccio sulla fronte della compagna di giochi che si è appena fatta male. Sono rimasta colpita dalla tenerezza e dall’amore che esprime questo gesto in tutta la sua complessa semplicità. Trovo giusto usare questo ossimoro: complessa perché racchiude in sè una serie infinita di emozioni e sentimenti. Allo stesso tempo semplice perché i bambini seguono una logica cristallina e pura. Ulteriore dettaglio è il seguente e anche questo lo trovo stupendo e dolce: la bambina ha chiesto che il bambino le tenesse il ghiaccio. E lui ha risposto senza dire nulla con questo gesto di un amore puro e incondizionato, genuino e gratuito. Semplicemente lo ha fatto: ha agito e basta, senza lamentarsi, senza fare commenti, senza farsi domande né cercare risposte e, quindi, con un amore innato e spontaneo che solo i bambini conoscono (almeno finche il braccio non pesava troppo e il ghiaccio diventava davvero troppo freddo!).
 
             
  














