TRAMONTI
Tramonti
Finisce un amore importante, o perdiamo una persona a cui eravamo molto legati: in entrambi i casi viviamo un lutto che ci può sembrare inconcepibile, quasi impossibile da affrontare.
Ci sentiamo dire:
“La vita va avanti”, “troverai qualcun altro”, “pensa a quante persone hai intorno a te, che ti vogliono bene”.
Ma noi torniamo coi pensieri, con il cuore, coi discorsi, sempre e solo a quell’ unica persona - quella che abbiamo perduto.
Spesso, la sentiamo fisicamente ancora vicina a noi, la sua voce ci risuona nelle orecchie, i luoghi che frequentiamo ci parlano di lei. Ricordiamo anche i suoi piatti o i suoi vini preferiti.
A volte, ci dimentichiamo di noi stessi. È come se si fosse spenta una luce, dentro di noi.
RACCONTI INGIUSTI
- Cristina Grazioli
- Ingiustizie
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L’ASSENZA
Il cellulare in mano, il dito a sfiorare il tasto M.
So che se lo premo, il primo numero a comparire sarà il tuo.
Dieci anni ed è ancora lì. 
La tua è un’assenza che non riesco a colmare, perché tu sei presenza, sempre.
Ci sono giorni in cui cerco di scacciarti, vorrei dimenticare, per sentirmi meno sola.
Vorrei riuscire a venirti a trovare, a portarti dei tulipani, bianchi come piacciono a te.
Vorrei andare in giro per negozi senza farmi prendere dalla malinconia.
Mi è passata la voglia, sai? 
Lo so che non mi credi, ma ti giuro che è così. Non è più divertente farlo da sola. 
“Prova questo, è il tuo colore.” “Il cardigan blu non ti sta bene, prendi quello rosso.” “Metti un po’ di allegria in quell’armadio tutto nero”. Continuavi fino a quando ti imploravo di fermarci.
Riguardo il cellulare, il tuo nome è lì, vorrei cancellarlo, davvero. Vorrei avere il coraggio di farlo. È semplice, basta un clic.
Una volta l’ho fatto, ero così arrabbiata con te, e allora ho premuto il tasto.
Non c’eri più, se cercavo sotto la M usciva Maria.
Sono rimasta lì sprofondata nel divano, aspettando la serenità che non arrivava. E più aspettavo più mi saliva l’ansia. Il respiro si rifiutava di uscire, come se tutto il mio corpo si fosse ammutinato.
I BAMBINI CONOSCONO LA PACE, I GRANDI LA GUERRA
- Administrator
- La saggezza dei bambini
- 410
Sembra una delle cose più semplici, invece usare parole gentili, gli uni con gli altri, ci viene difficile.
Come nei litigi dei bambini, i grandi conflitti sono colmi di “ha iniziato prima lui” e di reazioni esagerate e sbagliate, sempre più vicine alla violenza che alla voglia di cercare un confronto e chiarirsi.
Però, al contrario di quanto avviene nei litigi dei bambini, i conflitti degli adulti non finiscono con qualcuno di più grande che dice “basta, ora fate pace a prescindere da cosa è successo o chi ha fatto cosa”. I bambini ci riescono, a fare pace, perché in fondo sanno che l’amicizia che possono coltivare è molto più bella, più importante. Sentono che la pace, la vita, la colora, anziché spegnerla come fa l’odio.
Si vive meglio in pace che in guerra, ma sembra che spesso che ne dimentichiamo. A pagare il prezzo di queste dimenticanze sono le persone che mai avrebbero voluto la guerra e invece ci si trovano in mezzo; uomini donne e bambini come noi, solo meno fortunati.
Elisa Trovò
DISCORSI SEMISERI DI TRE ANIME ERRANTI
DISCORSI SEMISERI DI TRE ANIME ERRANTI
Tema del mese: compleanni
Mi piace il giorno del mio compleanno.
Mi piace svegliarmi pensando che sarà una giornata speciale - non serve meritarla, lo sarà a prescindere, perché è la mia giornata. Mi piace l’idea di rivedere regali; e di farmeli, anche. Forse non dovrebbe servire una scusa, per farsi un regalo; ma a me piace averla.
Mi piace perché quando è il mio compleanno vuol dire che manca poco a Natale, e c’è freddo, e si fa vacanza. Mi piace anche se manca poco a Natale, e con questa scusa qualche regalo si perde sempre per strada - il famoso regalo grosso, che dovrebbe comprenderne due ma che alla fine non è un regalo grosso ma solo una fregatura - ma va beh.
Mi piace entrare in pasticceria e comprare dolci da condividere, mi piace offrirli e spiegare “è il mio compleanno”, e così poi tutti mi fanno gli auguri, che è una cosa che mi imbarazza ma anche mi piace.
Ricordo da bambina la cioccolata calda che la mamma mi faceva per colazione, ogni anno; un modo dolcissimo di rendere speciale la giornata.
Ma che posto incredibile le biblioteche
Ma che posto incredibile sono le biblioteche? Cioè: tu entri, sono tutti gentili e sorridenti, ti parlano sottovoce e fanno di tutto per aiutarti. Puoi gironzolare per gli scaffali con le mani in tasca, sfogliare i libri prendendoli a caso, ci sono le riviste, vagonate di fumetti, le ultime novità, un sacco di film. I bambini si perdono fra i loro libri e non ti rompono. Posso prenotare online libri da altre biblioteche e dopo qualche giorno mi chiama una signorina gentilissima per dirmi "Sig. Vigo il Suo libro 'Come disegnare la testa' è arrivato e pronto per il ritiro". Proprio così, "Signor", e "Suo" con la maiuscola, e senza giudicarmi per i libri assurdi che chiedo.
Poi ad un certo punto devi tornare a quell'orribile, orribile mondo che c'è fuori. Oggi ero sovrappensiero e passando davanti alla bibliotecaria ho istintivamente messo la mano al portafoglio, come per pagare il biglietto.
E allora ho realizzato anche questo: è gratis! Cioè: pazzesco.
TRENT’ANNI DI MISTERO, MA NON DIMENTICHIAMO
20 marzo 1994, alcuni di noi se lo ricordano, forse non la data esatta, ma scorrono nella memoria le immagini di quel ‘pick up’ con la grande scritta Toyota sul retro, uno quelli che appaiono sempre nei documentari che parlano dell’Africa. Solo quello è rimasto insieme ai corpi straziati. Sto parlando dell’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del collega operatore Miran Hrovatin. Due professionisti che con passione cercavano di fare bene il loro mestiere.
Quando hanno detto che erano passati vent’anni quasi non ci credevo…oggi sono trenta, ma è così ed è giusto ricordare quella vicenda. Una delle più grandi ingiustizie della storia italiana del dopoguerra. Uno di quei casi giudiziari ancora irrisolti, senza certezze, senza colpevoli.
Una vicenda che fa rabbia e la dice lunga su come sia possibile cancellare le tracce, zittire la stampa, manipolare l’informazione.
Si è saputo solo - anche se in tutti i modi hanno cercato di nasconderlo - che la giornalista stava indagando sui rapporti tra Italia e Somalia e su un possibile traffico di rifiuti tossici e di armi. All’epoca del governo Craxi degli anni ‘80, la Somalia era il principale destinatario dei finanziamenti della cooperazione italiana e l’inchiesta giornalistica riguardava proprio la destinazione di quelle somme di denaro.
Per quegli omicidi una sola condanna, quella di Hashi Omar Hassan accusato di aver fatto parte del commando di somali che uccise i due giornalisti italiani. Come si sospettava, era stato tutto orchestrato ad arte e si trattava solo di un capro espiatorio. Infatti, nel 2016, a seguito del processo di revisione, l'imputato fu assolto dall'accusa di duplice omicidio e immediatamente scarcerato con la corresponsione di una cospicua somma ad indennizzo per l'ingiusta detenzione.
Bene, ma è chiaro che un agguato del genere abbia dei committenti eppure, di questi, nessun indagato, nessun sospettato, mille ipotesi. Fin dal principio è cominciato il depistaggio per impedire di arrivare alla verità. Li hanno messi a tacere e nessuno mai dovrà sapere ciò che avevano scoperto.
FACCIO ANZI SONO EDUCATORE
- Federico Engaldini
- Vie d'uscita
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CRONACA DEL MIO VIAGGIO A SAMOS - seconda parte
Samos - giorno 5
I GATTI DI SAMOS
Presenze discrete ma ubiquitarie, i gatti s’incontrano in qualsiasi stradina, piazzetta o ristorante di Samos. Ognuno di questi luoghi, grazie a loro, acquisisce più bellezza e serenità; in cambio, fornisce ai gatti sostentamento.
Come tutti i gatti (e molti umani) del mondo, si fanno la loro vita, e interagiscono con gli umani solo se ciò può arrecare loro un qualche tipo di vantaggio.
Attendono fiduciosi il momento in cui erediteranno l’isola di Samos, la vicina Turchia, la Kamchatka e da lì, in breve, l’intero pianeta.
E intanto, si riproducono più che possono.
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10 ANNI DI ‘INGIUSTIZIEQUOTIDIANE’
- Administrator
- Ricordi
- 503
MI HANNO SUGGERITO DI SCRIVERE
Mi hanno suggerito di scrivere. 
Ma che cosa devo scrivere? 
Che il mondo è un posto bellissimo, ma che io non riesco a starci. 
Che vorrei fare il giro del mondo a oltranza a dorso di cammello, ma che non ho un cammello. 
Che vorrei essere esattamente quello che sono, ma un po' meno emotivo e più rilassato in genere.
Che suonare la mia bellissima chitarra, non mi emoziona più come un tempo, e mi dispiace tantissimo.
Che vorrei piangere, quando vedo quanto amore c'è in questo mondo. 
Ma poi non piango, mi esce solo qualche lacrima, che si asciuga presto. 
Che ho paura di non essere capito, perché anche io non ci capisco niente. 
Che vorrei essere stupido e insensibile, per stare più a mio agio. 
Che vorrei che l'uomo capisse che non ci aiutiamo, quando ci arrabbiamo e ci facciamo le guerre.
CRONACA DEL MIO VIAGGIO A SAMOS - prima parte
Dopo il grigio di questi giorni invernali, uno sguardo alle vacanze – n.d.r.
Samos - giorno 1
ATTERRAGGIO
Dopo un piacevole volo di un paio d’ore dalla torrida Verona, iniziano le manovre di atterraggio sulla ventosa isola di Samos. Il vento rende il clima più secco e piacevole, e questa sembra un’ottima cosa.
L’aereo, però, inizia a barcollare in modo inquietante. La hostess davanti a me (sono nel posto 1C) si siede e allaccia le cinture. Non sembra del tutto tranquilla, ma accenna una specie di sorriso, quando si accorge che la guardo.
L’aereo scende, frena, scende, quasi tocca il mare blu intenso, screziato di baffetti bianchi.
Ma poi improvvisamente riparte, si alza, descrive un ampio cerchio, ritorna.
L’ hostess si guarda intorno, pallida.
L’aereo scende e balla sotto le raffiche di vento. Ma stavolta riparte senza neanche provarci, ad atterrare. Voliamo verso il mare aperto. Descriviamo un ampio 8, poi torniamo, ma verso le montagne.
La hostess chiede allo steward: ma cosa sta facendo? Sembra atterrita.
Ed ecco, abbiamo preso la pista da terra, sbattiamo sul suolo all’improvviso, siamo veloci e la frenata è potente. Ma siamo a terra.
Applauso liberatorio: riprendiamo a respirare.
Il pilota ci annuncia che, per il forte vento, ha dovuto prendere la pista al contrario. Nuovo applauso.
Scopriamo che, la prima volta, l’aereo era giunto a soli venti metri sopra la superficie del mare.
Mi tuffo, poi, nell’acqua di Samos: è gelida, con lunghe onde, e la corrente spinge lontano da riva.
La cena è deliziosa, i camerieri cortesi ma senza fronzoli. Ci sono gatti ovunque. La serata è fresca e ventosa.
Sono atterrato in un nuovo mondo.
Dedicato a...
Dedicato a quelli che credono nella forza delle parole, a quelli che pensano che anche una parola o un piccolo gesto possono cambiare il  mondo,  a quelli che non si arrendono, a quelli che hanno una passione, a quelli che ci mettono il cuore, a quelli che sanno andare oltre,a  quelli che si aprono agli altri, a quelli che sono generosi, a quelli che hanno in cuore un sogno, a quelli che sanno perdonare o hanno perdonato almeno una volta, a quelli che sbagliano e poi sanno ricominciare, a quelli che imparano dai loro errori, a quelli che ci credono fino in fondo, a quelli che hanno pagato un prezzo per la loro onestà, a quelli che credono nell’amicizia
a quelli che si impegnano nelle cose, a quelli che sono capaci di condivisione, a quelli che sanno faticare per raggiungere i risultati, a quelli che sono capaci di amare, a quelli che sanno far fruttare i loro talenti, a quelli che aiutano chi è in difficoltà, a quelli che danno consigli disinteressati, a quelli che donano un sorriso, a quelli che sanno infondere coraggio, a quelli che sono perseveranti, a quelli che costruiscono piuttosto che distruggere, a quelli che fanno tanto e parlano poco, a quelli che non si aspettano nulla in cambio, a quelli che ti danno tutto e non parliamo di soldi, a quelli che continuano a cercare, a quelli che sanno rinunciare, a quelli che devono fare delle scelte, a quelli che lavorano gratis o sono sottopagati, a quelli che non fanno il lavoro per cui hanno studiato, a quelli che arrivano sempre secondi, 
a quelli che si commuovono, a quelli che sono stati fraintesi, a quelli che conservano la capacità di stupirsi, a quelli che si indignano, a quelli che non hanno avuto una seconda occasione, a quelli che ce l'hanno fatta, a quelli che vanno controcorrente, a quelli che sono stati traditi, a quelli che hanno perso quelli che credevano ‘amici', a quelli che non sono stati apprezzati, a quelli che hanno avuto soddisfazione, a quelli che ci mettono l'anima, a quelli che hanno tante idee, a quelli che hanno una fede, a quelli che hanno dei valori e rispettano i valori degli altri, a quelli che hanno superato il senso del dovere almeno una volta, a quelli che continuano a sperare, a quelli che continuano a sognare, a quelli che hanno un 'cuore d'oro', a quelli che sono dolci, a quelli che sono generosi, a quelli che lavorano anche senza avere in cambio nulla di economicamente rilevante, a quelli che affrontano le loro paure,  a quelli che riescono a superare la propria timidezza, a quelli che sanno ascoltare, a  quelli che parlano poco, ma al momento giusto hanno sempre qualcosa da dire....
a quelli che non ce  l'hanno fatta, a quelli che ce l'hanno messa tutta, ma non è stato abbastanza, a quelli che sono stati messi da parte, a quelli che si sono sacrificati, a quelli che non hanno visto riconosciuti i loro meriti, a quelli che ...un raccomandato gli è passato davanti, alle brave persone, a quelli che mettono umanità nei rapporti con le persone e nel lavoro, a quelli che almeno una volta hanno fatto qualcosa che andava al di la del loro dovere, a quelli che si dedicano agli altri.
 
             
  














