Quello che ci piacerebbe è imparare da te, perché crediamo che si possa crescere e maturare, o anche solo sentirsi meglio, attraverso gli altri.

Mi piace il giorno del mio compleanno.
Mi piace svegliarmi pensando che sarà una giornata speciale - non serve meritarla, lo sarà a prescindere, perché è la mia giornata. Mi piace l’idea di rivedere regali; e di farmeli, anche. Forse non dovrebbe servire una scusa, per farsi un regalo; ma a me piace averla.
Mi piace perché quando è il mio compleanno vuol dire che manca poco a Natale, e c’è freddo, e si fa vacanza. Mi piace anche se manca poco a Natale, e con questa scusa qualche regalo si perde sempre per strada - il famoso regalo grosso, che dovrebbe comprenderne due ma che alla fine non è un regalo grosso ma solo una fregatura - ma va beh.
Mi piace entrare in pasticceria e comprare dolci da condividere, mi piace offrirli e spiegare “è il mio compleanno”, e così poi tutti mi fanno gli auguri, che è una cosa che mi imbarazza ma anche mi piace.
Ricordo da bambina la cioccolata calda che la mamma mi faceva per colazione, ogni anno; un modo dolcissimo di rendere speciale la giornata.
Ricordo una cena di lavoro, e la candelina su una fetta di panettone, con auguri inaspettati e graditissimi.
Ricordo un compleanno che cadeva di domenica, proprio il giorno del corso di scrittura: ricordo l’amore degli amici, la torta, e la foto delle briciole avanzate.
Ricordo il compleanno dello scorso anno: lavoravo ancora dal vecchio pazzo. Lui era nato il mio stesso giorno, siamo uguali io e te, mi diceva, ci capiamo. Io avevo appena dato le dimissioni, io e lei non abbiamo niente da spartire, gli ho detto, e lui non ha parlato più. Avevo portato i pasticcini, non ne ha mangiato nemmeno uno.
Compleanno è anche mio fratello che ogni anno mi dice: festeggi venendo a trovarmi, vero? Dai, che ti regalo il volo. Con la scusa che manca poco a Natale finisco sempre per rinunciare - perché i voli costano di più, e perché tanto lui a Natale torna quasi sempre. Magari quest’anno non mi chiede niente, e io gli faccio una sorpresa.

Elena
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Ricordo i miei compleanni da bambino: il 9 luglio ero sempre al mare con la famiglia. Sempre. Per me era come una magia al quadrato: l’atmosfera estiva, il mare, la vita in roulotte. E il compleanno: che cosa avrei potuto desiderare di più dalla vita?
Sono arrivati i compleanni da adulto. Non più al mare, ma in zona colli Euganei. Una volta (avrò avuto forse vent’anni) abbiamo fatto una camminata notturna dopo la festa, in un sentiero dei colli. Eravamo senza torce, ovviamente senza cellulari, e l’unica cosa che riuscivamo a vedere era il vestito bianco di un’amica, che faceva da apripista.
Più di recente, un 9 luglio siamo partiti per Sottomarina dopo la festa, quasi ubriachi. È stato emozionante fare il bagno di mezzanotte in compagnia, meno piacevole tornare indietro bagnati, salati e stanchi morti.
Ricordo poi il primo compleanno post-Covid: in giardino, con difettosa organizzazione da parte mia, ma con un gran bel gruppo di amici. Molti di noi hanno riscoperto la gioia di fare festa in compagnia, e mi sono reso conto con sferzante chiarezza che l’isolamento sociale era una cosa contraria alla natura umana.
Quest’anno ho festeggiato con pochi intimi, al mare. Era nato un mio nuovo nipotino, che aveva due settimane di vita. L’ho preso in braccio per la prima volta, è stata un’emozione grande. Un po’ come quando ero bambino, e tutto era magico. Mi è venuta in mente quella canzone dei Pink Floyd:
The grass was greener, the light was brighter
With friends sorrounded, the nights of wonder.
Ora, come un tempo, sono le relazioni umane che rendono le serate meravigliose.
Ogni anno mi preoccupo di come potrei organizzare il mio compleanno, e non ce ne sono mai stati due di simili: a volte in giardino, spesso in un pub o in una trattoria, e mai con le stesse persone, sebbene alcune ci siano state sempre.
L’unico mio desiderio per i (numerosi, spero) compleanni futuri è semplice: voglio mantenere questo spirito e la gioia di condividere bei momenti, buon cibo e naturalmente ottimi vini e tante risate con le persone a cui voglio bene.

Emanuele
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Come festeggiamo, se lo festeggiamo, il nostro compleanno? Questa è la domanda che ci siamo posti per scrivere questa volta. Si approssima il mio compleanno e ho deciso di festeggiarlo così.
Ho sempre voluto festeggiare, con tanto di torta rigorosamente con le candeline e un piccolo festeggiamento con qualche amico. Un tempo col “gruppo” di amici, ora solo con quelli più affettivamente “vicini”.
Ci tengo alla torta, perché sono molto golosa, e deve essere rigorosamente rotonda, rimango male se ha un’altra forma, perché non è abbastanza “da compleanno”.
Ci tengo molto a festeggiare il compleanno perché è passato un altro anno di vita e voglio ringraziare per averlo vissuto. È il mio modo di dire grazie alla vita.
Mi piace perché è un giorno in cui tutti ti rivolgono attenzioni e ti pensano per farti gli auguri, poi tutto passa e gli altri giorni dell’anno ritorni “nell’anonimato”. Non mi importa se lo devo ricordare a qualcuno, se poi vedo che gli auguri me li fa in modo sincero. Si, perché ci sono due categorie di persone: quelli che si segnano e ci tengono a ricordare i compleanni degli amici (e io rientro in questa categoria, per cui non mi sono mai serviti FB o altre app per ricordare la data. Solo negli ultimi anni sono più presa da altri impegni e, a volte, non faccio caso a che giorno sia e mi accorgo, solo in ritardo, di non aver fatto gli auguri, però mi rattrista questa mia dimenticanza) e quelli che non ci tengono a ricordarsi dei compleanni, e allora, non gliene faccio una colpa se da trent’anni mi scrivono qualche giorno dopo per chiedermi se per caso in questo periodo è il mio compleanno o se, qualche anno se ne sono completamente dimenticati.
Il fatto che FB abbia inserito una sorta di promemoria permanente su compleanni di cui prima ignoravo l’esistenza (es. di c.d. “amici alla lontana”) mi fa piacere e cerco sempre di mandare un messaggio di auguri.
Poi c’è una cosa che mi piace tantissimo: organizzare per qualcuno una sorpresa di compleanno ovvero un compleanno a sorpresa. Non solo il regalo, ma qualcosa che loro non si aspettano come una pizza con gli amici, un tè con biscotti con gli amici dopo scuola per i più piccoli. Io raramente ne ho ricevuti, ma quello che ho ricevuto come compleanno a sorpresa mi è piaciuto tantissimo, anche perché eravamo in pieno covid con tutti i divieti ei timori del caso.
Oggi che è il mio compleanno non ho voluto organizzare nulla e mi sono fatta da sola un compleanno a sorpresa, la cosa più bella è stata che non avendo preparato nulla, nulla ha potuto deludere le mie aspettative. Come ho scoperto ultimamente (perché prima non ci credevo davvero), a volte, ci si può anche solo sedere sulla riva del fiume e lasciare che la vita ci scorra davanti.

Giulia

 

 

 

Dedicato a...

Dedicato a quelli che credono nella forza delle parole, a quelli che pensano che anche una parola o un piccolo gesto possono cambiare il  mondo,  a quelli che non si arrendono, a quelli che hanno una passione, a quelli che ci mettono il cuore, a quelli che sanno andare oltre,a  quelli che si aprono agli altri, a quelli che sono generosi, a quelli che hanno in cuore un sogno, a quelli che sanno perdonare o hanno perdonato almeno una volta, a quelli che sbagliano e poi sanno ricominciare, a quelli che imparano dai loro errori, a quelli che ci credono fino in fondo, a quelli che hanno pagato un prezzo per la loro onestà, a quelli che credono nell’amicizia
a quelli che si impegnano nelle cose, a quelli che sono capaci di condivisione, a quelli che sanno faticare per raggiungere i risultati, a quelli che sono capaci di amare, a quelli che sanno far fruttare i loro talenti, a quelli che aiutano chi è in difficoltà, a quelli che danno consigli disinteressati, a quelli che donano un sorriso, a quelli che sanno infondere coraggio, a quelli che sono perseveranti, a quelli che costruiscono piuttosto che distruggere, a quelli che fanno tanto e parlano poco, a quelli che non si aspettano nulla in cambio, a quelli che ti danno tutto e non parliamo di soldi, a quelli che continuano a cercare, a quelli che sanno rinunciare, a quelli che devono fare delle scelte, a quelli che lavorano gratis o sono sottopagati, a quelli che non fanno il lavoro per cui hanno studiato, a quelli che arrivano sempre secondi,
a quelli che si commuovono, a quelli che sono stati fraintesi, a quelli che conservano la capacità di stupirsi, a quelli che si indignano, a quelli che non hanno avuto una seconda occasione, a quelli che ce l'hanno fatta, a quelli che vanno controcorrente, a quelli che sono stati traditi, a quelli che hanno perso quelli che credevano ‘amici', a quelli che non sono stati apprezzati, a quelli che hanno avuto soddisfazione, a quelli che ci mettono l'anima, a quelli che hanno tante idee, a quelli che hanno una fede, a quelli che hanno dei valori e rispettano i valori degli altri, a quelli che hanno superato il senso del dovere almeno una volta, a quelli che continuano a sperare, a quelli che continuano a sognare, a quelli che hanno un 'cuore d'oro', a quelli che sono dolci, a quelli che sono generosi, a quelli che lavorano anche senza avere in cambio nulla di economicamente rilevante, a quelli che affrontano le loro paure,  a quelli che riescono a superare la propria timidezza, a quelli che sanno ascoltare, a  quelli che parlano poco, ma al momento giusto hanno sempre qualcosa da dire....
a quelli che non ce  l'hanno fatta, a quelli che ce l'hanno messa tutta, ma non è stato abbastanza, a quelli che sono stati messi da parte, a quelli che si sono sacrificati, a quelli che non hanno visto riconosciuti i loro meriti, a quelli che ...un raccomandato gli è passato davanti, alle brave persone, a quelli che mettono umanità nei rapporti con le persone e nel lavoro, a quelli che almeno una volta hanno fatto qualcosa che andava al di la del loro dovere, a quelli che si dedicano agli altri.